Nella immagine di ieri l'oratorio di San Gregorio Magno.
A sinistra della chiesa di San Gregorio al Celio, strette
intorno ad un orto e giardino, ci sono tre oratori commissionati dal cardinale
Cesare Baronio all'inizio del XVII secolo, a memoria del monastero di San
Gregorio.
Oratorio di Sant'Andrea. E' quello
centrale, è preceduto da un portico con quattro colonne in cipollino,
all'altare al Vergine con il Bambino
Sant'Andrea e San Gregorio di Cristoforo Roncalli (1602), ai lati San Pietro
e Sant'Andrea, sulla parete destra grande affresco della Flagellazione di Sant'Andrea
del Domenichino, restaurato da Carlo Maratta[1], sulla
parete sinistra altro affresco con Sant'Andrea
che vede la croce del suo martirio di Guido Reni[2].
In questo affresco la contadina sulla sinistra ha la stessa acconciatura ed
atteggiamento di Beatrice Cenci nella tela del Reni a palazzo Barberini.
Oratorio di Santa Silvia. Situato
sulla destra è dedicato alla madre di Gregorio e probabilmente sulla sua tomba.
Sull'altare si trova la statua di Santa Silvia di Nicola Cordieri fu eseguita
con la supervisione di Michelangelo. L'affresco nel catino dell'abside Concerto degli Angeli è di Guido Reni.
Questo oratorio non è officiato. Da questo ambiente si può passare all'aperto
per vedere ciò che resta della Biblioteca di Agapito (535-536, 57°
vescovo di Roma, santo, memoria il 22 aprile). Le fonti medioevali ci parlano
di una biblioteca fondata dal papa Agapito per raccogliervi i testi cristiani,
quando poi Gregorio ha fondato il monastero è probabile che la biblioteca sia
stata inserita nello stesso.
Oratorio di Santa Barbara. Ospita
affreschi di Antonio Viviani (1602) con undici momenti della vita di San Gregorio e la statua di San Gregorio di Nicola
Cordieri. Qui si trova il famoso triclinium dove Gregorio serviva di persona il
pranzo a dodici poveri di Roma. A questo luogo è legata la leggenda che un
giorno un angelo si sedette a questa tavola vestito da povero, all'improvviso
sparì. Questo oratorio non è officiato.
[1] Carlo Maratta (Camerano, Ancona 1625 - Roma 1713) Pittore. La sua
produzione è caratterizzata da un suggestivo accademismo, realizzò grandi tele
a soggetto religioso come l'Immacolata Concezione a Siena in Sant'Agostino,
oppure la Morte di San Francesco Saverio a Roma nella chiesa del Gesù e ancora,
la Madonna in Gloria a Roma in Santa Maria del Popolo. Sua la "Fuga in
Egitto" nella chiesa di Santa Maria in Trastevere. Ha realizzato vasti
affreschi celebrativi a Roma nel palazzo Altieri e a Frascati in villa Falconieri.
[2] Guido Reni (Bologna 1575-1642) pittore e incisore, si accostò
ventenne all'Accademia dei Carracci. Sue opere nei principali musei del mondo.
San Michele Arcangelo nella chiesa romana di Santa Maria della Concezione, il
Suicidio di Cleopatra nella pinacoteca Capitolina, Atalanta e Ippomene al museo
di Capodimonte a Napoli (1615-20) che è considerato il suo capolavoro, l'Aurora
al palazzo Rospigliosi di Roma. Una sala gli è dedicata al museo Nazionale
d'Arte Antica a palazzo Barberini: Santa Maria Maddalena Penitente e Beatrice
Cenci. Nella chiesa della Trinità dei Pellegrini al rione Regola vi sono alcune
sue opere (anche sull'altare maggiore).
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