giovedì 31 dicembre 2020

Tentiamo un bilancio della stagione ciclistica 2020

      Una stagione straordinaria, caratterizzata dalla pandemia, con un calendario spostato verso l’autunno e tante gare annullate. Un Tour de France a settembre e un Giro d’Italia ad ottobre con i dati del covid che aumentavano sempre più, tanto che a novembre scatta un mini-lockdown a seconda delle regioni italiane. Una stagione che ha visto tanti giovani emergere, a cominciare dagli sloveni con Tadej Pogacar (del 1998) vincitore del Tour alla penultima tappa (una cronometro) e Primoz Roglic (del 1989), secondo a 59”; l’inglese Tao Geoghegan Hart (del 1995) vincitore del Giro.

     Per gli italiani possiamo essere orgogliosi di Filippo Ganna (piemontese di Verbania, del 1996) campione italiano, campione del mondo a cronometro e vincitore di quattro tappe del Giro, tra cui le tre a cronometro. Ci domandiamo cosa aspetta a battere il record dell’ora! E’ alla sua portata. Bella la prova di Diego Ulissi, ciclista di Cecina (LI) al Giro d’Italia dove si è aggiudicato due tappe quella di Agrigento e quella di Monselice, nella prima ha battuto in volata il tre volte campione del mondo Sagan. A proposito del Giro bisognerà segnarsi il nome di Joao Almeida, portoghese del 1998, che ha indossato la maglia rosa per quindici tappe e l’ha difesa come un leone, ha concluso il Giro al 4° posto. Bravo anche Giacomo Nizzolo (milanese doc) che ha vinto in volata il campionato europeo e italiano su strada. Tra i giovani c’è da tenere d’occhio il bergamasco Fausto Masnada che ha corso questo Giro in appoggio a Almeida.

     E’ doveroso ricordare che quest’anno ci ha lasciati Sergio Zavoli, era il 5 agosto, giornalista, inventore del “Processo alla tappa”, direttore Rai, presidente commissione vigilanza Rai. Resta celebre l’intervista in corsa a Lucillo Lievore del 1966, neoprofessionista, protagonista di una lunga fuga solitaria nella quale accumulò fino a 38 minuti di vantaggio, andato in crisi nel finale fu raggiunto e superato da Pietro Scandelli, giunse secondo. Fu due volte ultimo al Giro. Sergio Zavoli, innamorato del ciclismo, aveva il fascino della parola, sapeva trasmettere la passione per questo sport, raccontava le imprese dei campioni e la vita semplice ma dignitosa dei gregari. Lascia un grande vuoto nel mondo del giornalismo. A dicembre è venuto a mancare Aldo Moser, capostipite di una famiglia trentina di ciclisti che ha nel figlio Francesco l’esponente più illustre, corse con Coppi, indossò la maglia rosa per due giorni nel 1958.

1 commento:

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