domenica 1 novembre 2015

Terme di Caracalla, grandiosità, natura, l'incanto di un luogo che solo Roma sa offrire.

   Per questa domenica VediROMAinbici ha organizzato una bella passeggiata nelle Terme di Caracalla. E' stato bellissimo, eravamo in tanti, ben 45, il tutto in una giornata di sole stupenda!


     Il ciclopico complesso delle Terme, dette anche Antoniniane, forma uno dei più impressionanti e pittoreschi scenari della Roma antica. Furono iniziate da Settimio Severo nel 206 e inaugurate dal figlio Antonino Caracalla[1] nel 217. L'opera venne completata dai successori Elagabalo e Alessandro Severo.  Ancora Aureliano le restaurò, erano le più ricche di ornamenti di Roma. Funzionavano ancora nel VI secolo quando furono danneggiate dai goti e rese inutilizzabili per la distruzione degli impianti idrici che erano di una straordinaria perfezione (le cisterne erano capaci di contenere 80.000 litri d'acqua)[2]. La planimetria segue il tipo stabilito fin dal II secolo, un grande corpo di fabbrica centrale, circondato da giardini, entro un vastissimo recinto rettangolare con esedre, sale e altri ambienti accessori. Occupavano uno spazio quadrato di m 330 per lato, l'edificio centrale misurava m 220 X 114.


[1] Caracalla imperatore dal 211 al 217 era nativo di Lugdunum (Lione) in Gallia, figlio di Settimio Severo. Il suo nome resta legato alle terme e all'estensione della cittadinanza romana a tutti i cittadini dell'impero avvenuta nel 212. Questo provvedimento, che prese il nome di Costitutio Antoniniana, fu fattore di stabilità per lo Stato. Lasciò pessima fama di se ma fu amato dai soldati.
[2] Dopo i Goti le Terme furono abbandonate, l'area fu occupata da un sepolcreto con le tombe a fossa, venne utilizzato come xenodochio ovvero ospizio pellegrini e forestieri gestito dalla chiesa dei Santi Nereo e Achilleo. Da allora divenne una cava inesauribile di materiale.


     L'ingresso era dalla via Nova, parallela all'Appia. Si entrava nel frigidarium, immenso salone rettangolare occupato quasi per interno dalla piscina. Al di là del frigidarium, e parallelo ad esso, si apriva il tepidarium, altro immenso salone collegato alle estremità attraverso esedre alle grandiose palestre. A metà del lato lungo del tepidarium si passava attraverso un altro tepidarium o cella media, assai più piccolo, nel calidarium salone circolare con cupola di m 35 di diametro, in gran parte diruito e interrato. Ai lati e intorno alle palestre numerose sale, rettangolari o absidate, per la ginnastica o per i servizi. Di fronte al calidario, oltre la vasta spianata si trovano le rovine dello stadio fiancheggiato da biblioteche.


     Si ritiene che lo stabilimento contenesse bagni singoli e vasche in comune per un complesso di 1.600 bagnanti alla volta. Oltre ad essere tutte rivestite di marmi e di metalli, animate da getti d'acqua, avevano una decorazione scultorea delle più sfarzose, difatti i più celebri marmi della collezione Farnese oggi al museo nazionale archeologico di Napoli, provengono da qui: l'Ercole Farnese, il toro Farnese, la Flora ed altri pezzi, come pure i mosaici con atleti oggi ai Vaticani, le due vasche di granito che ornano le fontane di piazza Farnese e la colonna portata da Cosimo dei Medici in piazza santa Trinita a Firenze.
     Per costruire le terme vi lavorarono 9.000 operai per cinque anni. Un ramo dell'Acqua Marcia portava l'acqua al grandioso stabilimento. I sotterranei avevano gallerie che erano carrozzalibili, in essi si trovavano depositi di legname e gli impianti di riscaldamento. Le due palestre furono scavate nel 1870, i mosaici presentavano disegni geometrici, nelle abisidi vennero ritrovati i mosaici con figure di atleti nudi oggi ai Musei Vaticani (i personaggi vestiti sono i giudici). Lungo le mura delle palestre sono stati collocati i mosaici del piano superiore con soggetto marino (presentano una lunghezza di 300metri).
     Il frigidarium aveva queste dimensioni: m 58 x 24, era coperto da volte a crociera, sostenute da otto colonne di granito egizio. Qui venne ritrovato l'Ercole Farnese, scultura di grande fama, riprodotta in vari formati. Il frigidarium era il fulcro delle terme, il luogo di incontro dei frequentatori. Sempre da qui provengono le due vasche che oggi si trovano in piazza Farnese. La Natazio era l'equivalente di una piscina olimpica, un gioco di cascate d'acqua la collegava al frigidarium. La Natazio era scoperta. Le statue erano in marmo dipinto, alcune in bronzo. Guardando le terme dall'alto di via Guido Baccelli, nella palestra sulla destra, venne ritrovato il Toro Farnese che rappresenta la tortura di Dirce, portata al palazzo Farnese in via Giulia, quindi a Napoli.
     Le statue ritrovate alle terme entrarono a far parte della collezione di papa Paolo III Farnese (il papa che convocò il Concilio di Trento, approvò l'ordine dei Gesuiti e istituì il Sant'Uffizio), la collezione passò alla famiglia, nel 1788 l'ultima erede dei Farnese, Elisabetta, andò sposa di Filippo IV di Spagna, quindi la seguì a Napoli dove è ancora oggi al Museo Archeologico Nazionale.
     Nel 1911 sono stati rimessi in luce vastissimi sotterranei destinati ai servizi con strade percorribili anche con carri,  tra questi ambienti un mitreo[1] il più grande tra quelli rinvenuti a Roma e forse il più grande dell'impero. Il 30 ottobre 2012 è stato riaperto al pubblico dopo 10 anni di chiusura e due anni di restauri, resterà fruibile con visita guidata fino al 6 gennaio 2013. In questi giorni per l'iniziativa "Caracalla paradiso contemporaneo" della Sovrintendenza viene esposta l'opera di Michelangelo Pistoletto "Il terzo paradiso" realizzata con marmi colossali delle stesse terme, in tre giorni sono stati posizionate 109 blocchi di marmo formanti il simbolo dell'infinito


[1] Mitreo Il luogo di culto dei seguaci del Mitraismo. Si tratta in genere di un luogo sotterraneo, comunque tenebrosi privi di finestre. Era caratterizzato da un sala rettangolare con due rialzi o panche murarie per il banchetto rituale detto anche agape, il santuario all'estremità, spesso in una nicchia, prima del quale era l'altare. Sul soffitto il cielo stellato. Era una religione di origine orientale derivata dal persiano Mitra della religione dello Zoroastrismo. Era una religione misterica, ovvero culto a carattere esoterico

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