giovedì 19 marzo 2015

Sei romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova l'acquedotto che vedi nella foto.


La foto di ieri era di uno dei "ruderi" di Villa Gordiani. 
      Ci troviamo nel V Municipio del Comune di Roma, già VI, nel quartiere XXII Collatino (mentre la parte Sud della villa rientra nel quartiere VII Prenestino Labicano). Per noi romani questo è semplicemente il quartiere di villa Gordiani. Si tratta di un’area archeologica al II miglio della via Prenestina corrispondente al terzo chilometro attuale della strada (partendo da porta Maggiore, civico 351). L’area è oggi vincolata a verde pubblico (dalla fine degli anni Sessanta), disposta sui due lati della via Prenestina, subito dopo largo Irpinia, con resti imponenti di una delle più grandi ville del Suburbio attribuita alla omonima famiglia imperiale del III secolo, infatti è anche detta Villa dei tre imperatori Gordiani. Le strade all’interno del parco sono intitolate a giornalisti italiani contemporanei: Mario Pastore, Giuseppe Marrazzo, Gianni Brera, Vittorio Ragusa, Paolo Valenti e Graziella De Paolo nella parte Sud della villa.

     I Gordiani erano una nobile famiglia discendente da Traiano che dettero luogo tra il 238 e il 244 d.C. ad una breve e sfortunata dinastia di cui fecero parte tre imperatori. Gordiano I governò nel 238 per poche settimane assieme al figlio Gordiano II morto in battaglia combattendo contro il governatore della Numidia Copelliano.  Poco dopo il padre si suicidò a Cartagine. Lo stesso anno fu nominato imperatore il nipote Gordiano III, giovanissimo che fu ucciso nel 244 per tradimento del prefetto del pretorio Filippo.

     Nel medioevo i resti della villa furono fortificati, tra il XII e il XVII secolo tali opere furono trasformate in casali di varie famiglie nobili romane proprietarie dei terreni. Alla fine del 1800 l’area apparteneva ai principi Del Drago e Lancellotti. Tutta l’area fu meta dei pittori della campagna romana (ai primi del Novecento) che ci hanno lasciato splendide immagine di questa zona.

      Il monumento più rilevante del parco è certamente il MAUSOLEO ROTONDO che fu modello per gli architetti del Rinascimento è simile al mausoleo di Romolo sulla via Appia Antica con pianta circolare e tamburo a due piani (vedi disegno di ricostruzione ideale). Ha forma circolare (diametro m 13,20), cupola emisferica con finestre circolari. La parte inferiore, come sempre accessibile dalla parte opposta della strada, è un ambiente quasi sotterraneo con un grande pilastro centrale. All’interno presenta nicchie rettangolari e semicircolari alternate che dovevano ospitare i sarcofagi dei defunti. Il piano superiore era accessibile grazie ad una scala monumentale che si apriva sulla fronte dell’edificio. Tale fronte doveva avere un pronao tetrastilo (cioè con quattro colonne) non più conservato (simile al Pantheon, in piccolo). L’ambiente superiore era utilizzato, come sempre in questi casi, per le cerimonie funebri. Aveva una cupola sorretta da un tamburo ciclindrico con finestre rotonde per l’illuminazione. Secondo una ipotesi fatta dagli studiosi su labili resti di fregi, la volta era decorata al centro con un medaglione ornato dalla scena di Giove in trono con il fulmine l’aquila. Il resto della decorazione presenta riquadri con soggetti marini e figure stilizzate. Il muro esterno mostra ancora resti di cornici e fasce decorative realizzate in mattoni ed una doppia serie di mensole di marmo.
     La scoperta di bolli laterizi degli inizi del IV secolo collocano il monumento in epoca costantiniana, quindi non esisteva nella villa dei Gordiani. Non sappiamo a chi era dedicato.

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