sabato 14 marzo 2015

Sei romano de Roma se...

sai dove si trova e come si chiama il palazzo che vedi nelle foto.





Le foto di ieri sono riferite a villa Chigi che si trova nel quartiere Trieste, non lontano da viale Libia e viale Somalia. 
     La villa era considerata dai Chigi luogo di villeggiatura estiva in considerazione del carattere di vigna suburbana. Il cardinale Flavio Chigi acquistò nel 1763-65 una vigna sulla Salaria nel luogo detto Monte delle Gioie, la proprietà fu ingrandita con l’acquisto di terreni limitrofi. Nella vigna esisteva una palazzina che il Chigi fece ampliare incaricando dei lavori Tommaso Bianchi e Pietro Camporese il Vecchio (1726-1781 capostipite di una famiglia di architetti attivi a Roma tra Settecento e Ottocento; anche i figli Giuseppe e Giulio furono architetti, il figlio di Giulio fu Pietro Camporese il Giovane fu autore della ricostruzione della basilica di San Paolo fuori le Mura. Architetto eclettico ha progettato la chiesa di Santa Maria in Aquiro, la facciata del Collegio Germanico Ungarico in via della Scrofa e Santa Brigida in piazza Farnese. E' autore del Duomo di Subiaco) trasformandolo in casino delle delizie. Secondo una formula tradizionale l’area verde risultò distinta in due parti, di cui una, a quota più alta, dinanzi alla facciata, con aiuole simmetriche, siepi di bosso, basi di peperino per vasi di agrumi, boschetti di lecci e di allori. L’altra porzione, più estesa, fu impostata a prato con un lungo viale rettilineo in corrispondenza dell’androne fino al cancello d’ingresso. All’interno della palazzina esisteva un ciclo paesistico pittorico purtroppo andato disperso perchè fu acquistato da antiquari romani e la maggior parte del ricchissimo arredamento fu ceduta dall’industriale milanese Alemagna. La villa è divenuta proprietà di un istituto commerciale italiano (da: Paola Hoffmann, Le ville di Roma, Newton, 2004 e da Carlo Zaccagnini, Le ville di Roma, Newton, 1991).
     Nel 1990 il Comune acquistò per un miliardo e ottocento milioni di lire i quattro ettari del parco, mentre il casino rimase al milanese Carlo Cabassi (da I rioni e i quartieri di Roma, Newton, 1991, pag. 2038). Oggi l'edificio è affidato in comodato d'uso a Mondo X per il recupero dei tossicodipendenti (da: sovraintendenzaroma.it). Nel 2003 è stata riqualificata dall'amministrazione comunale con la riproposizione del disegno settecentesco (da sovranintendenzaroma.it).

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