lunedì 24 ottobre 2016

Sei romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova la porta delle mura Aureliane che vedi sotto.

Nella foto di ieri porta Metronia.
Nelle mura Aureliane era un posterula, una porta secondaria, come la Pinciana e la Asinaria, e tale rimase anche con i lavori di potenziamento fatti da Onorio nel 402. Il fornice senza stipiti ne architravi è ancora visibile da entrambi i lati sebbene sia murato. La porta fu praticamente inutilizzabile da quando nel 1122 il papa Callisto II utilizzò tale porta per far passare il fosso dell'Acqua Mariana che proveniva da Squarciarelli, scorreva tra Appia e Tuscolana, passava da porta Furba e dall'attuale piazza San Giovanni e via Sannio. Una volta entrato in città passava dal Circo Massimo e da lì confluiva nel Tevere dove era la Cloaca Massima.
     Il popolo chiamò quest'acqua da Mariana in Marana e con tale termine indicò tutti i corsi d'acqua minori che si trovavano a Roma e nelle immediate vicinanze.
     A memoria dei successivi lavori di restauro di questo tratto di mura vi sono due lapidi sul lato interno della porta, una è del 1157, in piena epoca comunale (Arnaldo da Brescia), l'altra del 1579. Anche se non sono ben leggibili, notare una curiosità: su entrambe è riportato il nome di Nicola Mannetto, due discendenti di una stessa famiglia.
     Le arcate laterali furono aperte nei primi anni del Novecento in vista dell'espansione urbanistica della zona. In quegli anni si andò formando, subito fuori dalla porta una vera e propria baraccopoli di gente poverissima e malfamata. La zona venne sgombrata negli anni Venti / Trenta in seguito alla construzione del quartiere. Nei giardini subito fuori la porta è sistemato un semplicissimo monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale del quartiere.

     Per quanto riguarda il nome sembra che l'originale Metrovia fosse derivata da Metrobius o Metronianus proprietario terriero della zona. Secondo alcuni autori il nome poteva essere derivato da porta Gabiusa, perchè attraverso l'attuale via Gallia si poteva raggiungere Gabii sulla via Prenestina dove oggi è l'Osteria dell'Osa, Ponte di Nona.

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