domenica 16 ottobre 2016

Shakespeare. In bici sui luoghi che lo hanno ispirato.


Oggi, splendida giornata di sole a Roma. Vediromainbici ci ha portato a spasso nella città eterna alla scoperta dei luoghi che hanno ispirato il grande scrittore inglese a 400 anni dalla sua scomparsa.
Partenza, come di consueto da largo Corrado Ricci, oggi siamo tanti, in 42. La visita ha avuto un valore in più, era presente un'attrice che ha letto brani di Shakespeare nei vari punti di Roma dove abbiamo sostato.

Prima tappa al teatro Globe dentro villa Borghese.
     Il teatro nasce da una straordinaria intuizione di Gigi Proietti e all'impegno del sindaco Walter Veltroni. E' stato costruito nel 2003 a imitazione dell'omonimo teatro elisabettiano londinese che si inaugurò a Shoreditch nel 1576. La sua realizzazione è stata possibile grazie al finanziamento della famiglia Toti imprenditrice nell'edilizia (Lamaro Appalti, ha finanziato anche il Mart di Rovereto e il restauro della galleria Colonna Alberto Sordi), il teatro è infatti intitolato alla memoria di Silvano Toti. La direzione artistica è affidata a Gigi Proietti. Si tratta di un teatro all'aperto, costruito in soli tre mesi e inaugurato nell'ottobre 2003, completamente in legno, realizzato con ben 600 mc di rovere delle foreste del Nord della Francia (Ardenne), la sua stagione è esclusivamente estiva. Il teatro ha una capienza di 1.250 posti di cui 420, come da tradizione elisabettiana, sono i posti in piedi della platea. Seguono tre ordini di balconate. L’altezza massima del teatro è di dieci metri, con un diametro interno di 23 metri ed esterno di 33 metri. La circonferenza esterna è di cento metri.  L'inaugurazione è avvenuta nel centenario del passaggio della villa alla proprietà comunale.
     Nel teatro elisabettiano la scenografia era semplicissima, tutto si basava sulla recitazione e sulla mimica. Il pubblico seguiva l’azione, e completava le scene con l’immaginazione. Quando la scenografia si fece più importante, le scene vennero costituite da teloni, architetture e fianchi di tela armati, soffitti o arie. I costumi divennero fastosi e ricchi di stoffe pregiate e si ispirarono ai vestiti contemporanei, alla fantasia e al costume storico. Ogni personaggio aveva nel suo costume delle caratteristiche il più possibili affini a quelle del personaggio che doveva interpretare.

     La stagione del 2016 si è conclusa con “La tempesta”, nei giorni 5-9 ottobre, spettacolo alle ore 20,45, domenica alle ore 18, testo in lingua originale.

Seconda tappa alla stazione Trastevere.
     In questo luogo erano gli orti di Cesare, un lussuoso giardino dove Cesare ospitò, quando giunse a Roma, la regina dell’Egitto Cleopatra. Per volere testamentario gli orti furono donati al popolo romano insieme al tempio della Fortuna che qui sorgeva.
     Il luogo si presta a ricordare la tragedia in cinque atti “Antonio e Cleopatra” scritta nel 1607 e stampata nel 1623. La tragedia segue la relazione tra Cleopatra e Marco Antonio dalla guerra contro i Parti fino al suicidio di Cleopatra. L’antagonista è Ottaviano, triumviro con Antonio e Lepido.


Terza e ultima tappa al Foro di Cesare dove è stata rievocata la tragedia "Giulio Cesare". Questa tragedia venne scritta probabilmente nel 1599, è basata su eventi storici, parla della cospirazione e dell’assassinio del dictator della Repubblica Romana.
     Alcuni ritengono che il protagonista sia Cesare, causa di tutta l’azione e centro di ogni discussione. Altri, invece, ritengono che il protagonista sia Bruto per il dramma psicologico che vive tra onore, patriottismo e amicizia. Dopo aver ignorato l’avvertimento dell’indovino e le premonizioni della moglie Calpurnia, Cesare cade sotto i colpi dei congiurati, ultimo a colpirlo sarà Bruto al quale dice: “Tu quoque Brute!”, a queste parole Shakespeare aggiunge: “Allora cadi, o Cesare!”. Alcuni critici ritengono che la tragedia rifletta l’ansia che c’era nell’età elisabettiana, in quanto Elisabetta I si era rifiutata di nominare un successore. Questo faceva temere una guerra civile come a Roma.
     L’azione si svolge a Roma e nel finale in Grecia tra Sardi e Filippi. Bruto è figlio adottivo di Cesare, i suoi antenati sono celebri per aver cacciato da Roma Tarquinio il Superbo, per amore di libertà si unisce ad alcuni senatori tra cui Cassio, il loro scopo è uccidere Cesare per salvare la Repubblica.
     Cesare, tornato a Roma dall’Egitto, incontra un indovino che gli dice: “Guardati dalle idi di marzo”. Noncurante di tale avvertimento Cesare si reca al Senato proprio il 15 marzo, giorno delle idi, viene assassinato. Marco Antonio, con un celebre discorso, muove il popolo romano contro gli assassini di Cesare. 

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